Potrei viverci a Venezia.
Il suono del silenzio tra le calle, la gentilezza dei veneziani, la bellezza che si trova guardando ogni ponte, e che deriva dalla cura per ogni singolo aspetto del luogo e del vivere in modo civile e responsabile.
Sono rimasta colpita da questa città, fin da quando vidi il sevizio in televisione dedicato a Venezia ed alla libreria Acqua Alta, completamente alluvionate nei primi giorni di dicembre.
Numerosi cittadini, soprattutto studenti, si misero all’opera per salvare il salvabile di questa deliziosa libreria, popolata dai gatti e da arredi alternativi composti da libri che fanno da scudo alle mareggiate.
Gli abitanti di questa città lagunare sono ben abituati a gestire l’innalzamento dell’acqua e ci convivono da secoli, i negozi, infatti, sono tutti predisposti di chiusure ermetiche a pressione nei serramenti.
Seppur pronti ad alzarsi all’alba per aspirare l’acqua e fare trovare tutto pronto per l’orario di apertura, quello che non riescono più a gestire, i veneziani, sono le alluvioni causate da mareggiate oltre la soglia massima è che negli ultimi anni sono sempre più frequenti.
Per quanto Venezia sia stata gravemente colpita, lo spirito dei veneziani è talmente forte e combattivo che ai nostri occhi da turista la città appare quasi perfetta. I segni si leggono lungo il perimetro delle mura, guardando in basso a mezzo metro sopra l’acqua, dove alghe e umidità hanno lasciato il loro segno.